lunedì 29 febbraio 2016

Sono un animatore digitale...

Ebbene sì, da dicembre sono l' Animatore Digitale della mia scuola.
Questa etichetta mi fa un po' sorridere e ancora non è chiaro a nessuno quali siano esattamente i compiti di questa  nuova figura lavorativa.
Sicuramente ci si aspetta che si cerchi di "contagiare" i colleghi con quella voglia di rinnovamento, quell'entusiasmo per lo studio e l'aggiornamento continuo, l'attenzione per i veloci cambiamenti sociali connessi all'uso delle tecnologie.
Ma allora, riflettendo, mi rendo conto che sono un animatore digitale già da moltissimi anni, anche se nessuno mi aveva aggiunto un'etichetta....
Sono almeno sei anni, da quando sono comparse le prime LIM Ministeriali, che mi aggiorno, studio ricerco, mostro ai colleghi, istruisco, sostengo, incoraggio, propongo.
La spinta più grossa è arrivata con il Progetto 2.0, che ha richiesto  ai colleghi dei Consigli di Classe coinvolti, un impegno enorme. Come referente del progetto non mi sono risparmiata: mi sono trasformata in tecnico informatico, mi sono messa a disposizione per numerose ore di compresenza (ovviamente gratuitamente), altre di formazione e per gestire i device dei ragazzi, ma sono ora molto soddisfatta di vedere i progressi nelle competenze dei colleghi e un cambiamento nella loro azione didattica che ha arricchito tutti: alunni e docenti.
Non è stata forse un'azione da animatore digitale?
Per il momento aspetto con pazienza i tanto annunciati corsi di formazione, sperando che siano all'altezza delle aspettative, impostati in modo laboratoriale come dovrebbe essere la nuova didattica. Intanto continuo a studiare, cercare nuove soluzioni, condividere, sperimentare, proporre e incuriosire.... Tutto come prima!



































sabato 6 febbraio 2016

DIDATTICA 2.0: SCENDERE DALLA CATTEDRA PER STARE TRA GLI ALUNNI

Sono molti i docenti che continuano ad avere paura di modificare una metodologia di insegnamento estremamente conservativa a favore di una didattica per competenze, trasversale tra le discipline e che si appoggi alle nuove tecnologie per una completa realizzazione. Molti docenti non vogliono rinunciare al ruolo di "grandi affabulatori", salendo in cattedra e raccontando, spiegando per tempi lunghi, totalmente ignari delle reazioni degli alunni oppure lamentandosi quotidianamente della loro scarsa attenzione con conseguente scarsa motivazione allo studio.
L'insegnante deve scendere dalla cattedra e mettersi in mezzo ai propri allievi, coordinandoli e guidandoli nelle fasi di apprendimento attivo. Questo non toglie dignità al ruolo dell'insegnante, ma, anzi, la accresce, dimostrando che il docente, oltre a possedere le conoscenze culturali, deve sapere con estrema precisione quali siano i processi di apprendimento dei vari alunni e come attivarli positivamente. Il vero problema è che, in questa dinamica, diventa sempre più importante la capacità relazionale del docente. Purtroppo non esiste corso di formazione che possa costruirla. Solo la passione per l'insegnamento, il desiderio di far crescere i propri alunni a 360° (quindi con conoscenze, capacità, competenze, sensibilità, autostima e motivazione) sono le spinte che producono un cambiamento positivo.
La tecnologia, che tanto spaventa molti docenti, è solo un mezzo... uno dei tanti. E' quello che ci permette di essere affacciati sul mondo, tramite il web, ed di insegnare ai nostri alunni come muoversi in un'immensità che spesso spaventa anche loro e che nessuno  insegna loro a gestire.